VIAGGIARE DA PELLEGRINI PDF Stampa E-mail
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VIAGGIARE DA PELLEGRINI di Antonio Boscato

Uno dei cinque pilastri dell'Islam è il pellegrinaggio alla Mecca che, almeno una volta nella vita, ogni fedele musulmano ha come obbligo.

Il pellegrinaggio come obbligo nella religione cristiana non esiste, ma da sempre questo particolare tipo di "viaggio" fin dai primi secoli è sempre stato vissuto come necessità. Abbiamo la testimonianza di Egeria, la prima viaggiatrice donna che alla fine del quarto secolo dalla Spagna ha condotto un pellegrinaggio in Terrasanta, scrivendo pure un importante diario di viaggio.

Ancora oggi, si riscoprono in Europa le grandi vie dei pellegrinaggi medievali verso i santuari, ovviamente Roma e Santiago i più celebri, ma non gli unici.

Se pellegrinare in Europa nel medioevo, era rischioso, ma ancora relativamente possibile, andare in Terrasanta era la grande impresa della vita. Chi partiva come minimo faceva testamento, tanti erano i pericoli che non poteva scommettere sul proprio ritorno dopo parecchi mesi, talvolta anni. Il pellegrinaggio classico della cristianità nasce anche da un’esigenza penitenziale: spesso i confessori imponevano ai grandi peccatori pellegrinaggi che servissero come espiazione dei gravi peccati commessi.

Gerusalemme

Oggi ci sono possibilità offerte da innumerevoli agenzie religiose e no di recarsi in Terrasanta ci sono per tutte le tasche e per ogni stagione dell'anno. Non ci sono mesi o settimane nelle quali da qualche aeroporto italiano non parta qualche viaggio per la Terrasanta.

Ma al giorno d'oggi, quando la gente si porta nei più lontani luoghi della terra in modo agevole e senza spendere una fortuna, vale la pena di dedicare del tempo e del denaro per andare in Terrasanta?

Che cosa offre come attuazione una regione senza le grandi bellezze naturali dei luoghi esotici e, per giunta, tormentato da conflitti che possono intimorire e frenare il viaggiatore comune?

Credo che non ci sia una risposta uguale per tutti, ma chi si propone di partire per la Terrasanta ha sicuramente un personale stimolo.

Personalmente ritengo che la grandissima parte dei cristiani, anche praticanti, non abbia mai letto per intero il Vangelo, per cui sicuramente i luoghi che ognuno di noi ha in mente sono Betlemme legato alla nascita di Gesù e Gerusalemme dove egli è morto e risorto.

Ma chi può dire di saper collocare con esattezza i passi del Signore in luoghi come il lago di Galilea, Gerico, Tabda il luogo che ricorda la moltiplicazione dei pani e il conferimento del primato a Pietro, in particolare con la Chiesa del primato che contiene le vetrate realizzate da un artista della vallata dell'Agno il professor Angelo Montagna?

I luoghi della Palestina riportati nel quattro Vangeli sono veramente numerosi, richiamano nel nome e anche negli scavi che vi sono stati condotti, fatti centrali della vita del Signore. Essi danno conto della storicità dei Vangeli, confermando dalla testimonianza dell'archeologia che le vicende terrene di Gesù sono ben radicate nella storia e nei luoghi che sono offerti alla visita del cristiano.

Che significa dunque fare un viaggio in Terrasanta?

La Terra Santa è spesso chiamata "santuario a cielo aperto". Essa è il luogo dove cristiani sono nati spiritualmente. È il luogo delle origini, delle radici.

Andare in Terrasanta vuol dire cercare il significato di essere cristiani, percorrendo gli stessi luoghi e gli stessi passi del pellegrinaggio terreno di Gesù.

Il vero, reale, commovente valore di quei luoghi è che l'esperienza cristiana iniziata lì, proprio e lì e non da un'altra parte, e poi, attraverso la storia lunga 2000 anni, sia a un certo punto arrivata fino al noi.

Percorrere le strade tracciate dai nostri Padri, attraversare i deserti dei Profeti, meditare là dove Gesù parlò alle folle, pregare dove si raccoglieva la prima Chiesa, vivere le emozioni della fede così come le vissero i primi discepoli di Gesù è un'esperienza fondamentale nel cammino di fede di ogni cristiano.

GerusalemmeIn ogni parte della città di Gerusalemme ci sono i richiami degli ultimi giorni della vita di Cristo e dei primi giorni della vita della Chiesa, ma anche chi partecipa come turista e non come pellegrino non può non essere attratto dal fatto che qui è la culla del tre grandi religioni ebraismo, l'islamismo, cristianesimo.

Ci sono, oltre ai luoghi della fede, anche i monumenti di un grande passato, fra tutti colpisce profondamente la visita alla fortezza dei Masada sul Mar Morto. La sua caduta per opera dei romani e il suicidio degli ultimi difensori segnano la fine della presenza su quella terra di un popolo che con la sua religione nell’incontro con il pensiero greco per merito dei padri cristiani ha fatto la storia e la cultura del mondo occidentale.

Certo il pellegrino non troverà in quei luoghi i grandi alberghi cinque stelle che sono il fiore all'occhiello delle località turistiche alla moda (ma non mancheranno certo di elementari con forti e comodità di cui oggi il viaggiatore e anche pellegrino non può essere privato) e di ciò magari, il semplice turista potrà sentirsi deluso.

Ma ben altre sono le esperienze interiori che un viaggio in Terrasanta offre e, secondo le testimonianze di tutti quelli che hanno partecipato, nessuno è tornato senza un qualche cambiamento, fondamentalmente sentendosi migliore, e, soprattutto, più consapevole di quando è partito.

 

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