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Rubrica di Antonio Boscato

1 – LA CINA È VICINA

La Cina è vicina. Marco Bellocchio in un suo celebre film cult così interpretava nel 1967 il mito della Rivoluzione culturale cinese, che tanto appassionava i nostri sessantottini. Doveva cambiare tutto qui da noi, come, sembrava allora, là era già nata la nuova civiltà socialista perfettamente egualitaria.

Indubbiamente, già in quegli anni, la Cina attirava e ispirava.

2012 la Cina è vicina? Pare di sì, se qualcuno pensa che da essa verrà la salvezza dell’economia italiana. E poi, se non altro, ci sono vicini i cinesi, vista la loro frequentazione in alcuni quartieri delle nostre grandi città, che assumono la fisionomia di tante piccole Chinatown.

La Cina è vicina anche geograficamente. Oggi da Milano con un volo diretto di dieci ore si arriva a Pechino, senza accorgersene, verrebbe da dire, se uno riesce a dormire in classe economica. Ma, anche soffrendo un po’, vale proprio la pena di un viaggio non così avventuroso come quello di Marco polo ma capace di suscitare affascinare e lasciare emozioni perduranti. Certamente, assolutamente non consigliato per il turista affettato che vuole solo fare la raccolta di visti sul proprio passaporto.

Mettere in conto un viaggio in Cina con le comodità del visitatore del XXI secolo? I motivi sono innumerevoli, ma ciascun viaggiatore ha i propri. La Cina è tanto diversa che non ci si possa recare senza pensarci “prima”, focalizzando il proprio interesse per un viaggio che è, sì, alla portata anche economica di molti, ma che, altrimenti, rischia di essere dispersivo e faticoso, perché quando c’è troppo da vedere, c’è il rischio di portare a casa poco: una montagna d’immagini, alla fine fredde e indistinte, che, a rivederle, non suscitano ricordi ed emozioni.

La Cina, infatti, non consente paragoni, immensa com’è, con una storia di 4.000 anni e più di un miliardo di abitanti, per la varietà dei paesaggi e dei climi, dai 4.000 metri dell’altopiano tibetano alle spiagge dell’isola tropicale di Hainan, dove tutto l’anno regna l’estate. Un viaggio in Cina comunque non è solo natura. È una nazione ricca di storia che racchiude il fascino irresistibile di gigantesche opere umane: dalla Grande Muraglia alla suggestione dell’enorme Piazza Tien An Men, dall’imponente Città Proibita di Pechino alle tombe dei Ming.

È evidente che in un Paese di tale dimensione e complessità (proprio un altro mondo, verrebbe da dire, ) anche in più viaggi nessuno può dire di entrarne nell’anima. È proprio perché la Cina è la Cina che, come dice una massima di Confucio, ci vorrebbero 100 vite per conoscerla. In ogni caso, un viaggio “esplorativo”, per chi non c’è mai stato, permette un “assaggio”, ma senza rinunciare al meglio delle tre città simbolo del paese: Pechino, Xian e Shanghai.

Ci sono i coraggiosi che organizzano solitamente i viaggi fai da te. Anche per la Cina questo è possibile, ma, certamente, ciò è alla portata delle capacità di chi ha già esperienze del viaggiare al di fuori dei classici itinerari turistici e possiede uno spirito avventuroso. Potrebbe, semmai, essere un’idea per visite successive.

Nel primo viaggio, normalmente di 12-14 giorni, è indispensabile affidarsi a un operatore turistico qualificato, ma, soprattutto, avere la garanzia di una guida locale esperta, che non si accontenta di “accompagnare”, secondo i canoni “ufficialmente suggeriti” dalla situazione politica locale, ma abbia la passione, che dovrebbe essere propria di ogni guida, di comunicare e far conoscere, amare, il Paese o, meglio, il “Pianeta Cina”.

Solo con questi accorgimenti la Cina farà tornare il turista europeo, magari partito con qualche pregiudizio, cambiato nel proprio mondo interiore e con la voglia di ritornare per conoscerla di più e, soprattutto, amarla non come luogo lontano e “strano” o, se si vuole, misterioso, ma parte della propria dimensione spirituale.

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