Parco - La Favorita |
TURISMO e NATURA - Parchi | ||||||||||||||||||
"LA FAVORITA"
Benvenuti. Ma il parco della Favorita rappresenta anche un' occasione di sviluppo. È infatti un pezzo unico e affascinante, un 'eccellenza potenzialmente in grado di attrarre per le sue qualità. Sarà una scommessa per Valdagno trovare le modalità migliori per sfruttarne tutte le potenzialità e per renderlo non solo un fiore all'occhiello, ma anche un 'occasione di crescita. IL SINDACO Alberto Neri
"LA FAVORITA": brevi cenni sul parco e la sua storia
Il complesso della Favorita venne concepito sul finire degli anni venti del secolo scorso e venne affidato dal conte Gaetano Marzotto allo studio Bonfanti-Zardini. Si voleva creare uno spazio nel quale trovassero posto armonicamente, oltre ad una grande villa e ad un parco prestigioso, anche importanti pertinenze quali una portineria con ingresso imponente, delle serre, una spettacolare fontana, un frutteto ed un'azienda agricola. L'area venne scelta a ridosso della "città sociale", venne anzi posta in dialogo con questa tramite l'allineamento del proprio asse con via Vittorio E-manuele Marzotto, con le due piazze e, sullo sfondo, con il ponte sull'Agno. Il complesso della Favorita doveva esprimere "un mondo che rappresentava il sogno e I ' utopia della dimora ideale di un grande personaggio" (Antonio Fabris in "Alberi secolari, parchi e giardini nella Valle dell'Agno", 1996).
I lavori cominciarono all'inizio degli anni trenta ma venne completato solo l'impianto del parco e delle pertinenze. L'edificio rimase incompiuto e fermo alle sole fondamenta. Attorno al 1930 iniziò anche l'attività dell'azienda agricola "La Favorita", con allevamenti, vendita di latte, di ortaggi e di fiori coltivati nelle serre. Poi venne la guerra. Negli anni successivi la cura del parco e il governo dell'azienda agricola continuò, pur con alterne vicende, fino a pochi anni or sono. Poi serre, fontana e altre adiacenze vennero progressivamente lasciate senza una cura continuativa.
II complesso rimase di proprietà alla famiglia In previsione del passaggio alla proprietà comunale, dal 1998 iniziarono studi e progetti. Relativamente al patrimonio arboreo ed arbustivo, il lavoro venne svolto dal dottore forestale Giorgio Cocco, che redasse un completo rilievo topografico, un rilievo della vegetazione, una schedatura di tutti gli individui arborei, una loro valutazione dello stato di salute e che successivamente stese pure un progetto di restauro conservativo della vegetazione e un progetto di manutenzione straordinaria dell'esistente. Buona parte di questi interventi nel parco sono stati completati. Dal 2005 questi lavori sono stati effettuati dalla coop. Il Cerchio. L'assetto del parco e del patrimonio arboreo, come si presentano oggi al visitatore, rispecchiano abbastanza fedelmente l'impianto originario e l'idea dei progettisti. Rimase inattuata solo una porzione di stampo formale (all'italiana) che doveva essere disposta sui piani rialzati delle gradinate.
Ai lati dell'ingresso monumentale, i confini verso la città sono disegnati da due lunghi viali: al centro con Ippocastani, ai lati con Tigli. Ortogonale a questo è il filare di Cedri che conducono l'asse verso la città e l'oltre Agno. Varcata la soglia, si risalgono i tre gradoni e si arriva al grande piano rialzato al centro del quale sta il vecchio basamento dell 'edificio racchiuso ai lati da due grandi ali boscate. Sull'orlo sinistro delle balaustre venne posto un leone di S. Marco. Fontana e serre, invece, sono sui confini meridionali. L'insieme, soprattutto per i gradoni terrazzati, esprime un certo richiamo ad una concezione barocco-sfarzosa che si ritrova in certi giardini pensili di Roma. Il censimento effettuato nel 1998-99 da Giorgio Cocco ha portato a catalogare una cinquantina di specie arboree diverse. Già una prima occhiata fa intravedere come il tessuto del parco sia organizzato su alcune specie dominanti e su altre con ruolo accessorio. Cedri dell 'Himalaia, Cedri dell 'Atlante, Magnolie e Faggi formano le masse verdi principali; Platani, Ippocastani e Tigli, spesso allineati, ne rendono evidente il disegno. A loro s'attorniano tutte le altre specie, messe a dimora in modo solo apparentemente casuale. Si tratta di specie frequenti e tipiche dei giardini, senza la presenza di vere e proprie rarità. Una menzione particolare la merita però l'individuo di Sequoia gigante (vedi nota a parte) posta nell 'angolo sud-ovest.
"LA FAVORITA" dei grandi alberi
Cedro dell'Himalaia (Cedrus deodara) NB. Alla Favorita è presente con notevoli esemplari anche l'affine Cedro dell 'Atlante nella sua varietà glauca (ovvero argentata)
Faggio (Fagus sylvatica) Sequoia gigante (Sequioadendron giganteum) Conifera con foglie sempreverdi che posseggono una forma più simile a lunghe squame che ad aghetti. La pigna è ovoidale (3-4 cm), molto caratteristica e facilmente distinguibile dalle pigne di Abeti o Pini. Anche la chioma, compatta e slanciata verso l'alto, ha un proprio portamento caratteristico. E' pianta originaria dei monti del Nord America (soprattutto California), importata in Europa attorno al 1830. Ciò ci fa dedurre che queste Sequoie dei giardini europei non possono avere oltre 150-180 anni e quindi non possono aver ancora raggiunto quelle dimensioni tipiche dei giganti nord-americani. Alla Favorita è presente un solo e-semplare (angolo di sud-ovest), con dimensioni già ragguar-devoli data la modesta età (circa 70-80 anni).
Tasso (Taxus baccata)
LEGENDA
webcam Parco della Favorita - Valdagno
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