Viaggiare è sempre un viaggio interiore PDF Stampa E-mail
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Viaggiare è sempre un viaggio interiore.

O, almeno, dovrebbe esserlo.

di Antonio Boscato

 

“Quelle cose per conoscere le quali
ci mettiamo in cammino e attraversiamo il mare,
se sono poste sotto i nostri occhi non ce ne curiamo”.
(Plinio il Giovane )

 

“Mi svegliai una mattina mezzo cieco.

L'oculista disse che guasti organici non c'erano.
Forse mi ero sforzato troppo a guardar quadri?

E se avessi provato orizzonti più vasti?”

(Bruce Chatwin, 1996)

 

Nuovi Orizzonti Viaggi ti porta a scoprire il MondoEsiste una particolare vetrina dei sogni, accanto a quelle molto più usuali dei negozi di moda, delle concessionarie di auto di lusso o delle gioiellerie, quella delle agenzie di viaggi. Le foto accattivanti e le offerte aprono davanti ai nostri occhi scenari meravigliosi e luoghi dove la felicità sembra a portata di mano.

Queste vetrine, ma oggi anche i cataloghi del tour operator ed Internet, offrono una tale infinità di scelte, talvolta, in apparenza almeno, a prezzi talmente attraenti, che sembra quasi alla portata di tutti il poter viaggiare nei luoghi più affascinanti o lontani del nostro pianeta.

Ma va pure detto che, se oggi viaggiare è diventato molto più facile, spesso noi siamo portati a confondere il “viaggio” con lo spostamento.

Il termine "viaggio" nel suo significato profondo è molto più importante, d'altra parte non diciamo comunemente che l'intera vita è un viaggio, un cammino?

Il termine viaggio deriva dal latino “viaticum” che stava ad indicare ciò che era necessario portarsi dietro per mettersi in cammino. Noi, infatti, da giorni prima della partenza prepariamo grandi valigie, lottando sempre con i limiti imposti dalle compagnie aeree, ma è soprattutto quello che ci dobbiamo portare dentro che assicura il risultato e la piena soddisfazione di un viaggio.

La nostra voglia di vivere esperienze nuove e di aumentare la dimensione dello spirito ci fa considerare meno, anzi talvolta mette in preventivo, i disagi e gli inconvenienti che spesso accompagnano i nostri viaggi.

Le persone che ritengono rovinato il viaggio perché magari l'albergo non corrisponde a quello che si aspettavano, o perché l'aereo ha avuto un ritardo, vuol dire che affidavano soltanto alla perfetta organizzazione la riuscita e la convinzione di aver speso bene i propri soldi.

E invece è tutto diverso, perché viaggiare comporta proprio l'affrontare anche disagi e, in parte, sicuramente anche sofferenze, che non sono soltanto le banali diarrea del viaggiatore. Veramente, da un viaggio importante bisogna tornare spiritualmente cambiati, capire che il viaggio è soprattutto un'avventura dello spirito.

D'altra parte, perché l'uomo viaggia?

Diciamo che l'uomo è sempre stato un uomo itinerante, nella storia non per diporto ma per necessità, dalle migrazioni dei primi popoli nomadi fino alle emigrazioni sulle navi che portavano milioni di persone verso luoghi lontani e sconosciuti, spesso verso l'ignoto.

Oggi fortunatamente non c'era più il viaggio per necessità ma per diporto, ma ogni viaggio ha qualcosa in comune con quelli del passato: ogni viaggio è in fondo una ricerca, di nuove opportunità di vita e di lavoro ieri, una spinta a conoscere luoghi e persone nuove. Certo ci sono anche persone per le quali viaggiare è poter dire: là ci sono stato, ma ben poco portano con sé di quell'esperienza. Tuttavia, diciamo che, a ben guardare, per la maggior parte della gente il viaggiare è pur sempre un'avventura che arricchisce. È difficile tornare a casa senza portare alcunché.
Che il viaggio sia anche una esperienza spirituale, lo dimostrano scrittori come London, Stevenson, Salgari, Conrad hanno fatto del viaggio una materia di memorabili sogni ad occhi aperti per tanti di noi. Salgari, ad esempio, scrisse i suoi libri sulla Malesia senza muoversi dalla sua stanza testimoniando così un bisogno profondo di andare altrove, anche quando non lo si può assecondare fisicamente. E pure noi, da ragazzi, ci siamo tuffati nei misteri della giungla nera assieme alle tigri della Malesia, vivendo così un nostro particolare viaggio.

È bella la frase di Proust che diceva:"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre ma nel trovare nuovi occhi". E questo dice molto sul viaggio come apertura mentale, come possibilità che ci si da di svestirsi dei soliti modi di pensare.

All'inizio di un viaggio spesso c’è un sogno: un nome che stimola la fantasia, un richiamo della strada, delle montagne, del mare, del deserto… A ben leggere, possono essere questi segnali che indicano dei bisogni interiori.
Oggi il poter fare viaggi è diventata un'esperienza più democratica, alla portata di molte più persone anche grazie ai costi più contenuti. È vero che tutto ciò ha dato vita al turismo di massa, termine, a dire il vero, un po' spregiativo, per alcune ricadute non tutte positive. Ma sarebbe elitario e un po' snob pensare che i veri viaggi siano quelli dei grandi visitatori europei dell' Ottocento, è invece vero che tutto ciò ha dato la possibilità di viaggiare a persone che, diversamente, non lo avrebbero mai potuto fare. Come poi una persona affronta il viaggio, che souvenir umano ne riporta a casa è un altro discorso.. Che poi siano diventati dei "viaggiatori" è frutto di un "viaggio" di preparazione, educazione sensibilità che una persona ha fatto nella sua vita.

 

È abbastanza frequente che, prima di iniziare un viaggio importante, ad esempio verso altri continenti, molti provino una sensazione che può essere facilmente scambiata per paura di volare ma, in realtà, esprime un senso di insicurezza e di timore.

Anche se oggi tutto è previsto, organizzato, il viaggio rimane pur sempre un'avventura nell'ignoto: non sei nel tuo paese, fra gente che tu incontri e riconosci; anche con l'assistenza di un bravo e preparato accompagnatore sei sempre di fronte al "nuovo", è il nuovo, comunque, intimorisce. C’è, perciò, la necessità di attivare il coraggio di lasciare le proprie sicurezze, che poi può essere necessità di lasciare una quotidianità che soffoca.

 

Il viaggio deve cominciare per tempo; con l'idea del viaggio: decidere fra possibili destinazioni, scegliere una meta, consultare le guide , stendere sul pavimento di casa la carta geografica per studiare possibili spostamenti.

Tutto ciò è già viaggio: perché abbiamo scelto quella meta? Cosa richiamano alla mente i nomi, cosa ci aspettiamo? E siamo così in movimento con la testa, con le dita sulla tastiera a navigare fra i siti che raccolgono diari di viaggiatori in quel luogo acquisendo già una serie di informazioni orientative.

Nuovi Orizzonti Viaggi ti porta a scoprire il MondoL'idea del viaggio può quindi contenere questo messaggio: anche se si lavora davanti a una scrivania, se la vita quotidiana scorre monotona e ripetitiva, chiunque deve essere costantemente in movimento, perché movimento è vita. Per trovare la libertà, bisogna uscire dalla struttura di un unico sistema e capire altre culture: è la possibilità di scegliere i modi in cui dare senso alla propria vita che permette di essere liberi.

La “strada” può davvero esser ciò che  porta il viaggiatore prima alla scoperta del mondo e poi della propria interiorità.

 

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