MA DI CRISTIANO IN ITALIA (E IN EUROPA) NON C’E’ SOLO IL CROCIFISSO NELLE SCUOLE PDF Stampa E-mail
ATTUALITA'
Scritto da Redazione   
Giovedì 05 Novembre 2009 13:54

sull’argomento: crocifisso no nelle scuole, riportiamo la seguente citazione da: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/11/04/effetto-valanga-col-croficisso-via-anche-le-chiese-bach-leonardo-da-vinci/

Effetto valanga: col Crocifisso via anche le chiese, Bach, Leonardo da Vinci


La sentenza anti-crocifisso della corte europea dei diritti dell’uomo (vedi il post precedente) ha seminato scompiglio nelle scuole italiane.
Ecco qui di seguito come se ne è discusso in un consiglio d’istituto di un non precisato liceo romano. I personaggi:

P: preside,
PA: professore di storia dell’arte,
PM: professore di musica,
PF: professore di filosofia.
*
P: Oggi è venuta a trovarmi la madre di un allievo, un po’ agitata. Mi ha detto che si rifiuta di mandare il figlio a visitare la piazza e la basilica di San Pietro la prossima settimana. Ha sentito della sentenza della corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso e sostiene che questa visita sarebbe un condizionamento religioso emotivamente troppo forte per un quindicenne.

PA: Me se devo dare il compito in classe sul Bernini!

P: Io però non voglio prendermi esposti, denunce, eccetera. Ho già troppe gatte da pelare!

PA: Ho capito, ma allora dove li porto i ragazzi? Al Pantheon?

P: Magari. E insisti sul fatto che è una prodigiosa dimostrazione del genio architettonico dei romani.

PA: È vero, ma devo pure far cogliere i motivi di continuità con i successivi sviluppi cristiani, dovrò pure dire che nel VII secolo il Pantheon è stato trasformato in una chiesa, Santa Maria ad Martyres.

P: Ci risiamo! Voglio una visita neutrale, non religiosa!

PA: Ma che significa? Qui tutto ricorda il cristianesimo! Allora stiamocene chiusi in aula e lasciamo perdere! E poi i ragazzi avranno pure diritto a essere istruiti, a sapere.

P: Ma il diritto di chi non vuole subire la non richiesta ostensione di simboli religiosi prevale.

PA: Ah sì? E perché non se ne sta a casa lui, allora?

P: Collega, ma cosa dici? Un diritto è un diritto!

PM (interrompe con ansia): Scusami, preside, ma io domani farò ascoltare Bach: la Messa in si minore.

P: Mamma mia, per carità!

PM: Come “per carità”? È un capolavoro sommo!

P: Ma è una Messa!

PM: E che significa? L’sutore non era neppure cattolico!

P: Era protestante. Sempre cristiano era. Scegli qualcosa di più tranquillo, vai sul Novecento, a Stravinskij.

PM: Bene. Farò ascoltare “Sinfonia di Salmi”.

P: Ma sei un fissato! Metti la “Sagra della primavera”, quella sì, è sufficientemente pagana, non disturba nessuno, ci si può fare pure una lezione di antropologia culturale. E comunque, se proprio devi fare un po’ di Bach, non insistere troppo sul cristianesimo.

PM: Ma se scriveva “Soli Deo Gloria” in calce alle sue composizioni!

P: Ma mica siamo al Conservatorio, che importa agli allievi di questi dettagli?

PM: Pensa che volevamo fare col collega di filosofia un’ora interdisciplinare sull’estetica nel pensiero religioso del Novecento, sull’influsso di Bach e Mozart su von Balthasar e…

P (irato): Ma siamo matti! La teologia si fa nell’ora di religione per chi la chiede, e basta! Mi vuoi rovinare?

PF: Preside, ma cosa dici! Posso parlar bene di Agostino, o no?

P: Ma sì, digli che ad Agostino tutto il pensiero moderno deve molto, anche l’ermeneutica, la fenomenologia…

PF: Però non posso dire che era cristiano?

P: Accennalo appena.

PF: Ma che accenno e accenno! Secondo te le “Confessioni” sarebbero state scritte se l’autore non si fosse convertito al cristianesimo? E poi scusa, quando parlo del concetto di persona in filosofia, come evito un accenno al dogma della Trinità e ai primi concili ecumenici? Non esisterebbe il concetto di persona senza…

P: No e poi no! Questo è catechismo! Prudenza ci vuole…

PF: Ma se persino Benedetto Croce….

P: Basta! Colleghi, dobbiamo capire che viviamo in una società multiculturale, dobbiamo rispettare le diversità, non possiamo pretendere…
PA: Ma abbiamo pure il dovere di istruire, di far conoscere. Se gli allievi guardano il Cenacolo di Leonardo, mica gli possiamo dire che era una cena qualunque tra amici!

P: Ma che esempi mi fai? Qualcosa va detto loro, ma con prudenza, con neutralità…

PA: Ma a me il Cenacolo piace tanto, mi appassiona…

P: Troppa passione nell’insegnamento non va bene. Ci vuole anche un po’ di neutralità emotiva.

PF: E allora mettiamoci un automa, sulla cattedra, e cambiamo mestiere! Ma poi, senti, non sarebbe molto più interessante far capire la grandezza filosofica di san Tommaso collegandolo al pensiero musulmano, ad Avicenna… Non cancelliamo né l’uno né l’altro, li studiamo entrambi.

P: Ma ci sono anche gli atei, gli agnostici…

PF: Ma anche loro dove vivono? Se vivono in mezzo a noi, è giusto che conoscano, che vedano le mille chiese nelle strade di Roma, che rappresentano la città, o dobbiamo demolire pure quelle? Quelle non sono per nulla neutrali!

P: Colleghi, sono sfinito. Aggiorniamoci a domani. Magari la notte ci porterà consiglio…

(Dialogo messo per iscritto da Francesco Arzillo, Roma, 4 novembre 2009).
 

Ultimo aggiornamento Giovedì 05 Novembre 2009 13:59